mercoledì 12 settembre 2012

Cure termali - Patologie reumatiche

Patologie REUMATICHE con indicazione alle cure termali

- Artrosi primaria e secondaria.
- Reumatismi extra-articolari.
- Reumatismi dismetabolici: gotta e pseudogotta.

MODALITA' DI CURA TERMALE
A) Fangoterapia o Lutoterapia

Maturazione dei fanghi
Per maturazione di un fango si intende un insieme di fenomeni chimici, chimico-fisici e biologici cui vanno incontro il fango cosiddetto "vergine" e l'acqua minerale ad esso commista durante la permanenza in apposite vasche (6 mesi - 1 anno).
Durante questo periodo si verificano numerosi processi:

  1. la transmineralizzazione: consiste nell'integrazione tra il fango e l'acqua minerale con scambio di mineralizzatori e di ioni; molta importanza rivestono in questo procedimento la struttura delle micelle della componente inorganica e della componente organica con le loro cariche elettriche, i processi di idratazione di tali micelle ed i processi di assorbimento di ioni plurivalenti.
  2. La rielaborazione di sostanze organiche.
  3. Modificazione delle caratteristiche organolettiche.
  4. Variazione di alcuni parametri fisico-chimici del fango maturo rispetto al fango vergine originario
      Tecnica di applicazione del fango
La fangoterapia viene effettuata in stazione termale in appositi camerini.
Il paziente accede alla terapia preferibilmente al mattino e comunque a digestione ultimata.
L'applicazione del fango sulla superficie corporea è affidata a personale esperto che segue le direttive indicate dal medico termale; il fango viene uniformemente distribuito sulla superficie cutanea della regione o delle regioni da trattare in uno spessore di circa 7-10 cm., alla temperatura di 45-50 °C. Il paziente viene successivamente ricoperto da coperta isotermica per ridurre la dispersione del calore.
In rapporto all'estensione ed alla sede della fangatura sulla superficie corporea si distinguono vari tipi di applicazione:

Fango generale: l'impacco copre spalle, colonna, anche, gomiti, mani, ginocchia, piedi. Può essere lasciato libero un arto superiore per eventuali controlli pressori, terapie di emergenza, richieste di assistenza o soccorso (campanello).
Fango parziale: può interessare singole articolazioni.
Fango addominale: posizionamento del fango in modo da coprire le regioni lombari ed addominali (es.: fango epatico, fango a "mutandina").
Al termine della seduta il paziente si sottopone ad annettamento in doccia e quindi ad un bagno o ad un idromassaggio ozonizzato in acqua sulfurea, alla temperatura di circa 37°C. Successivamente si trasferisce in una cabina (singola) dove, opportunamente coperto, soggiorna in posizione sdraiata o semisdraiata.
Questa fase della terapia viene definita "reazione". Durante questo tempo continuano le reazioni biologiche indotte dalla fangatura, gli adattamenti delle funzioni corporee allo stress e l'azione terapeutica complessiva del fango.
L'effetto più evidente è costituito dalla intensa sudorazione che comincia durante l'impacco di fango e continua nel periodo di reazione.
Un ciclo di fangoterapia comprende in media 12-15 applicazioni a cadenza giornaliera, fino ad una durata massima di tre settimane.

Meccanismi d'azione ed effetti biologici della fangoterapia
Gli effetti della fangoterapia vengono suddivisi in locali (azioni svolte a livello della sede di applicazione) e generali (azioni a livello di tutto l'organismo).
A loro volta le reazioni generali indotte dalla fangoterapia possono influire sulla risposta locale. Vi è quindi un rapporto biunivoco tra i due meccanismi ed una somma di azioni.
Un'altra suddivisione distingue gli effetti specifici della fangoterapia, legati essenzialmente al particolare tipo di acqua minerale contenuta nel fango (azione specifica attribuita ai singoli mineralizzatori ed ai gas presenti nell'acqua minerale) e gli effetti aspecifici attribuiti fondamentalmente all'azione biologica e terapeutica del calore (termoterapia) ed alle altre proprietà fisiche proprie della metodica e del mezzo impiegati.

B) Balneoterapia
La balneoterapia termale, utilizzando acque minerali terapeuticamente attive, associa alle proprietà fisiche (aspecifiche) gli effetti biologici e terapeutici esercitati dai mineralizzatori che rendono ogni acqua minerale una soluzione a composizione chimico-fisica peculiare.
La tecnica del bagno segue dei principi generali anche se sono possibili variazioni nelle modalità di applicazione (durata, temperatura, etc.) secondo l'acqua minerale utilizzata e la patologia da trattare.
Sicuramente il trattamento idroterapico e crenoterapico più utilizzato in stazione termale è la balneoterapia generale con acqua minerale calda o riscaldata, effettuata in apposite vasche singole o in piscina. 
La balneoterapia termale in vasca ad acqua ferma consiste nella immersione, parziale o completa (ad esclusione del capo), del corpo in acqua minerale alla temperatura di circa 36-38 °C. Un ciclo completo di cura comprende 10-15 bagni, effettuati a digiuno, al ritmo di 1 bagno al giorno.
In molti casi la balneoterapia viene effettuata sequenzialmente alla fangoterapia per una integrazione ed un potenziamento dei risultati terapeutici.
Al termine del bagno il paziente esegue la reazione termale su un lettino, avvolto da coperte; la reazione ha significato analogo a quella che segue il fango.

C) Cure associate alla crenoterapia
I mezzi di cura termale possono essere associati alle numerose modalità di riabilitazione e rieducazione funzionale. Si parla infatti di crenofisiochinesiterapia, intendendo per crenofisiochinesiterapia quelle metodiche caratterizzate dalla stretta integrazione della terapia fisica, della mobilizzazione attiva e passiva e del mezzo termale, che si fondono in un univoco intervento, a stretto sinergismo d'azione.


                            CURE TERMALI - SISTEMA SANITARIO NAZIONALE