Patologie OTORINOLANGOIATRICHE con indicazione alle cure termali
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L'irrigazione
nasale consiste nell'immissione di soluzioni idrominerali nelle cavità nasali
attraverso una sonda.
Questa metodica viene comunemente praticata mediante l'uso di un apparecchio situato sopra ad un ampio lavabo di raccolta. L'apparecchio è provvisto di un vaso graduato per l'acqua, di un olivetta monouso collegata all'irrigatore tramite un raccordo in gomma.
La doccia nasale
micronizzata è una metodica terapeutica di relativa recente introduzione
nella pratica termale. Nasce dall'esigenza di garantire una maggiore
penetrazione del mezzo termale in cavità difficilmente accessibili quali i
seni paranasali compresi i meati ed il labirinto etmoidale. Tale tecnica
permette inoltre un adeguato trattamento della mucosa delle fosse nasali e
del rinofaringe con notevole riduzione degli effetti algici spesso legati
all'irrigazione classica. Per questo motivo va preferita nelle forme di
marcata iperreattività delle mucose.
F) Insufflazioni endotimpaniche La tecnica consiste nell'immissione a pressione nelle fosse nasali di acqua minerale nebulizzata costituita da grosse particelle acquose (circa 20-30 micron di diametro). Si esegue facendo aderire alle narici un'apposita ampolla (rino-jet) collegata all'apparecchio tramite tubi di gomma in grado di immettere il getto di nebbia a temperatura ambiente nelle fosse nasali e di raccogliere le secrezioni reflue scaricandole all'esterno. Studi condotti con l'utilizzo di isotopi radioattivi hanno confermato la penetrazione delle particelle nelle cavità paranasali. L'effetto terapeutico aspecifico, come quello dell'irrigazione, è legato alla detersione delle secrezioni comprese quelle mucopurulente e crostose, all'azione trofica, decongestionante e mucolitica. A queste si aggiungono le azioni specifiche delle acque impiegate. Per quanto sia pratica comune ricorrere alle docce micronizzate qualora esista un'intolleranza o una difficoltà di esecuzione dell'irrigazione, esistono alcune differenze di indicazione. La nebbia micronizzata possiede maggiori capacità di penetrazione è quindi da preferire nelle affezioni delle cavità paranasali e delle tube di Eustachio. Le irrigazioni nasali hanno un più spiccato potere di detersione e di asportazione meccanica delle secrezioni, sono inoltre più efficaci sulle alterazioni trofiche e vasomotorie della mucosa, vanno quindi preferite nelle rinopatie croniche soprattutto se associate a componenti allergiche o vasomotorie. Le insufflazioni pertubariche endotimpaniche ( cateterismo tubarico terapeutico) costituiscono una metodica crenoterapica impiegata per effettuare un intervento mirato a livello della tuba di Eustachio, della cassa del timpano e dei componenti dell'apparato di trasmissione dell'orecchio medio. L'impiego di questa tecnica trova indicazione elettiva nella prevenzione e terapia dell’ipoacusia rinogena conseguente prevalentemente a processi flogistici a carico delle prime vie respiratorie e che può dare esito a sordità. Tecnica di esecuzione Il cateterismo tubarico consiste nell'introdurre direttamente nella tuba di Eustachio, e quindi nell'orecchio medio, idrogeno solforato ottenuto dalle acque sulfuree Per l'esecuzione di tale manovra viene utilizzato un apposito catetere (catetere di Itard, 15-20 cm di lunghezza con estremità distale ricurva, di materiale plastico monouso, che il medico introduce nella fossa nasale prossima alla tuba da insufflare, facendo scorrere lungo il pavimento l'estremità distale fino all'altezza del rinofaringe. Il catetere viene poi ruotato di circa 90° verso l'esterno e ritirato verso la narice fino ad imboccare l'ostio tubarico. In presenza di condizioni anatomiche che ostacolano l'introduzione del catetere in una delle due fosse nasali, per evitare manovre irritative e traumatiche, l'ostio tubarico può essere raggiunto anche attraverso la fossa nasale opposta. Posizionato correttamente il catetere viene fatta convogliare la miscela aero-gassosa nella tuba. Il passaggio dei gas produce un rumore caratteristico che può essere ascoltato dal medico con un apposito tubo otofonico. L'auscultazione del rumore costituisce una indicazione (indiretta) del corretto posizionamento del catetere a livello dell'ostio tubarico e della praticabilità della tuba. Oltre alle azioni specifiche dell'idrogeno solforato, l'intervento terapeutico complessivo è fortemente legato all'azione meccanica insufflatoria. Tale azione ottiene lo scopo di assicurare la ventilazione della cassa del timpano attraverso un'azione di "scollamento" delle pareti tubariche che tendono a collabire in seguito al processo infiammatorio. L'insufflazione passiva del mezzo gassoso determina la reversione della pressione negativa all'interno della cassa del timpano restituendo una normale risposta elastica alla membrana ed un "riassestamento" della catena ossiculare dislocata. G) Politzer crenoterapico sulfureo Accanto al cateterismo tubarico, la terapia delle ipoacusie rinogene utilizza anche la metodica del "Politzer crenoterapico solfureo":
Tecnica di esecuzione Viene data al paziente una caramella o gomma da masticare per facilitare la salivazione o, meglio, acqua da bere a piccoli sorsi per rendere più numerosi gli atti di deglutizione. Il medico introduce un'olivetta in plastica, collegata con un tubo di gomma, che convoglia il gas solfureo dall'apparecchio erogatore nella narice del paziente. In seguito, stringendone le narici l'operatore invita il paziente a compiere un atto di deglutizione, osservando eventualmente in otoscopia la membrana del timpano. Durante questa manovra, per la contrazione dei muscoli peristafilini, il palato molle si tende, si innalza e si accolla alla parete posteriore del faringe; contemporaneamente l'ostio tubarico si dilata, specialmente nella sua porzione inferiore. La dilatazione è tanto maggiore quanto più intensa è la contrazione dei muscoli peristafilini. Durante la deglutizione il gas solfureo, che continua a pervenire sotto pressione nella cavità nasale e rinofaringea, trova l'ostio tubarico dilatato e penetra attraverso la tuba nell'orecchio medio determinando uno spostamento verso l'esterno della membrana timpanica e della catena ossiculare. |
martedì 23 ottobre 2012
Cure Termali - Patologie Otorinolangoiatriche
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